Lo spostamento può
essere giustificato da documenti alternativi che sostituiscono la
certificazione ufficiale
Il 4 maggio è iniziata la Fase 2. Sono passati solo pochi giorni e c'è
ancora tanta confusione sopratutto per quanto riguarda gli spostamenti.
Un
lascito della Fase 1 è sicuramente l'autocertificazione che, anche adesso,
serve per giustificare il motivo per il quale si esce di casa: è sempre
richiesta dalle Forze dell'Ordine (fermo restando che non è indispensabile
stamparla) eccezion fatta per alcuni casi specifici per i quali è consentito
non averla con sé.
Chi va a lavoro, infatti, può muoversi senza autocertificazione e
anche in caso di controllo non sarà costretto a firmarla se è in grado
comprovare la motivazione con un altro documento. Per tutti gli altri invece
non cambia nulla e consigliamo di limitare gli spostamenti se non allo stretto
necessario e nel rispetto delle norme igienico-sanitarie di cui abbiamo parlato
in questo articolo.
Basta il tesserino o una dichiarazione del datore di lavoro
Come si può immaginare, non basta dire a parole sto andando a lavoro.
Serve un documento ufficiale alternativo all'autocertificazione come un
tesserino aziendale o un'autorizzazione del proprio datore di lavoro
La giustificazione del motivo di lavoro può essere comprovata anche
esibendo adeguata documentazione fornita dal datore di lavoro (tesserini o
simili) idonea a dimostrare la condizione dichiarata
La dichiarazione-autorizzazione del datore di lavoro dovrebbe esser
redatta sulla carta intestata dell’azienda e sottoscritta dal legale
rappresentante, come esemplificato di seguito:
FAC SIMILE DICHIARAZIONE DEL DATORE DI LAVORO |
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